giovedì 24 novembre 2011

Le Palline di Natale

Dopo un mese in cui la tecnologia mi è stata decisamente avversa e continua ad esserlo, sono tornata ad aggiornare questo mio blog.
Siamo a Novembre ed è ora di decidere le decorazioni natalizie per le  nostre case.
Ahhhh il Natale...con la sua atmosfera calda e gioiosa!
Ma quest'anno, come decorare  l'albero?
Ebbene, mi sono adoperata e ho dipinto le palline di ceramica.

Come nasce una pallina di natale?

Seguite i passaggi fino al risultato finale!










Divertitevi a decorare la vostra casa!
A presto!

mercoledì 14 settembre 2011

Testa di cazzi


Mi scuso in anticipo per il termine anche se ormai è di uso comune e non ci scandalizza più di tanto.

I miei colleghi urbinati vissuti nel 1500, erano già un passo avanti.
Ok, faccio una premessa.

Tutti abbiamo presente Giuseppe Arcimboldi, pittore milanese nato nel 1527 e morto nel 1593.

Fu un innovatore, un genio surrealista!Chi avrebbe mai pensato di raffigurare l’allegoria dell’estate con ciliegie, cipolle, zucchine e quant’altro?
Vero...nessuno.
Francesco Urbini, pittore di maioliche, che esercitava la sua professione a Urbino nel 1500, fece di meglio.
È attribuito a lui un piatto datato 1530-1537 circa che raffigurava una “testa di cazzi”.




Se Giuseppe Arcimboldi iniziò la sua attività artistica verso il 1549, allora non si può attribuire a lui tutto il merito della sua arte innovativa e surreale, in quanto qualcun altro, almeno 13 anni prima, aveva avuto il genio di dipingere un ritratto/allegoria, con il solo utilizzo di tanti cazzi. 

E, forse, non fu neanche di Francesco Urbini, l’idea iniziale di tale modo di dipingere. Chi lo sa?
Certo è, che questo ritratto, oggi come oggi, viene richiesto per "dire qualcosa" senza esporsi troppo..

martedì 5 luglio 2011

LE FUSERUOLE UMBRE





Cosa sono le fuseruole o fusaiole?

La fuseruola è un piccolo oggetto che generalmente ha una forma tonda o biconica forata nel mezzo ed è fatta di terracotta, pietra, legno ed osso.



La sua storia è davvero molto antica. Se ne trovano nei siti archeologici fin dal neolitico.





Quale sia stato il suo principale uso, non è del tutto chiaro anche se sembra che sia servita per bilanciare il fuso durante il lavoro di filatura, permettendo al filo di star più teso ed ottenere così un lavoro uniforme.



 Oltre a questo, è stata e viene tuttora utilizzata per impreziosire tessuti, tovaglie, bordi, centri e tendaggi oltre che per fare preziosi gioielli. 



Con la diffusione e il successo della maiolica in Umbria, fin dai secoli passati, essa viene quindi anche resa più ricca dalla pittura.






Richiede un lavoro paziente e minuzioso proprio perché le dimensioni della fuseruola, sono davvero ridotte (da 0.5 cm a max 2 cm circa di diametro).







Ancora oggi in Umbria, ci sono artigiani (seppur pochi), che lavorano questi oggetti ed esperte ricamatrici o artigiani orefici che le applicano nei propri lavori.


Dalla combinazione di queste arti, si ottengono lavori preziosissimi e di grande impatto.
La mia amica Chiara, si è divertita a fare dei gioielli con le mie fuseruole.
Date un'occhiata!



 http://impronte-gioiellifattiamano.blogspot.com/2011/05/per-chi-voleva-gli-orecchini-estivi.html






Oltre le fuseruole, su queste foto potete notare anche i bottoni in maiolica, davvero preziosi!



















Tutti gli oggetti fotografati, sono stati interamente realizzati a mano da:

Katia Baldelli per le fuseruole, i bottoni e i ciondoli per gli orecchini

L'associazione "Gubbio ricama"

Tele Umbre di Fofi Patrizia, per la tela Umbra

Tonino Piccotti artigiano orafo, per il ciondolo in argento

e la già citata Chiara Saracini ( http://impronte-gioiellifattiamano.blogspot.com) ,  per l'originalissimo bracciale e gli orecchini!












sabato 4 giugno 2011

IL TRIONFO DI GALATEA


Galatea, figlia di Nereo e Doride, è una divinità marina amata dal Ciclope Polifemo.
Tuttavia Galatea, non corrisponde questo amore, in quanto ama il bellissimo Aci, pastore figlio di Pan e della Ninfa Simeto.
Un giorno Polifemo, sedutosi sulla cima di un colle, decide di suonare il flauto in onore della sua amata.



Da li, scorge Aci e Galatea che si scambiano tenere effusioni e accecato dalla gelosia, scaglia con forza un enorme sasso sul pastore uccidendolo.

Così Galatea, trasforma il sangue dell’amato in un fiume, rendendolo così una divinità.

L’episodio di Galatea, è stato soggetto frequente nelle rappresentazioni iconografiche  del XVI e XVII secolo.
Il più famoso, è senza ombra di dubbio, quello di Raffaello Sanzio a Villa Farnesina.



Qui, Galatea, cavalca il suo carro a forma di conchiglia ed è portata in  trionfo al suono 
della buccina e delle trombe.
Il suo corteo è formato da Nereidi e Tritoni, quest’ultimi sono creature per metà umane e metà animali, allegoria della condizione dell’uomo, a metà strada fra la sua natura terrena e quella divina.
Gli amorini alati in alto, muniti di arco e frecce, non sono bendati, alludendo così all’amore divino cui tende Galatea.

Anche in ceramica, l’episodio di Galatea, è stato spesso rappresentato e anche copiato dal capolavoro di Raffaello, ma ho trovato anche altri soggetti, tra cui un piatto su cui è dipinta l’intera storia del triangolo Aci, Galatea, Polifemo.
Infatti, è rappresentato Polifemo che suona il flauto, i due amanti e Aci colpito dal masso.

Con questo mio post, voglio ringraziare e salutare i miei cari amici Antonella e Maurizio.

lunedì 2 maggio 2011

I decori tipici delle maioliche rinascimentali nel Ducato di Urbino

Premesso che, quando parlo di maiolica del Ducato di Urbino, parlo delle botteghe site in Urbino, Gubbio, Casteldurante (l’attuale Urbania) e Pesaro.


-istoriato (cioè, pittura che racconta una storia mitologica, religiosa, allegorica, campestre etc.)
-grottesco
-trofei d’armi e musicali
-a raffaellesche
-a candelabre
-a cerquate
-a motivi vegetali
-a motivi geometrici
-ad arabesche


-a foglie
-a frutti
-alla porcellana
-a quartieri
-a groppi
-abborchiati
Ognuno dei quali aveva un costo ben preciso.
Inutile dire che l’istoriato è quello più difficile e complesso, quindi più costoso anche oggi.



Gli istoriati vengono detti anche Istoriati raffaelliti, in quanto spesso, sono soggetti ripresi dalle opere del grande Raffaello.
Ma ci sono anche le RAFFAELLESCHE, che sono riprese appunto dalle raffaellesche che Raffaello dipingeva con affresco a mò di greche.
Molti di questi piatti, rappresentano tutto o in parte, dipinti, affreschi, grottesche di Raffaello.

Ma passiamo al procedimento:
-prendo la base in biscotto,
-la immergo nello smalto stannifero e piombico
-lo dipingo a crudo… *
-si procede alla cottura


* Ecco, dipingere la maiolica, significa che spesso,  tu NONHAILAMINIMAIDEA del risultato finale.
Perché?
Perché i colori che tu dai, in cottura cambiano anche completamente, si ravvivano e diventano lucidi.
Come se vi dicessi che prima li faccio a pastello e poi a vernice.


L’effetto cambia completamente.
Per es. il verde ramina, quando lo dipingi, è marrone o nero. Il blu è lilla.
Un colore che deve venire chiaro, quando lo dai, neppure si vede.
Cioè, detta così può sembrare un casino.
Ci vuole di farci una bella e lunga abitudine alla cosa.
Ma quando apri il forno per vedere come sono venuti i pezzi, è come se fosse il giorno di Natale e mi ritrovo a scartare i regali e regali che potrebbero piacermi o no!
Non finirai mai di scoprire la tua bravura..o grande incompetenza........

mercoledì 20 aprile 2011

MASTRO GIORGIO ANDREOLI

A Gubbio, nel XVI sec., opera Mastro Giorgio Andreoli, celebre per aver raggiunto risultati ineguagliati nella tecnica del lustro facendo la sua fortuna e differenziandolo, dal ‘500 ad oggi, da tutti gli altri artisti.


Il lustro metallico o riverbero, è una decorazione particolare che consiste nell’applicare degli impasti metallici su oggetti già cotti, ed in seguito è caratterizzata da un processo di riduzione chimica ottenuta in appositi forni a legna detti “muffole”: si determinano così gli effetti di iridescenza, il cui colore varia a seconda dei metalli usati nell’impasto (rosso  rubino, oro, argento).





Sono proprio tali effetti che rendono inconfondibile la maiolica tipica di Mastro Giorgio da Gubbio e che lo ha reso famoso in tutto il mondo.





Gli oggetti affluivano da tutta Italia per essere lustrati nella sua bottega sita proprio a Gubbio per scelta del maestro, in quanto con Urbino, era città famosa per aver prodotto mirabili opere d’arte nel corso dei secoli e per essere città colta, vivibile, sicura e pacifica perché così la voleva e la rendeva la Signoria dei Montefeltro. 


  Diverso fu il modo di governare degli ultimi esponenti dei Montefeltro e dei Della Rovere: più tollerante e leggero quello dei primi, più assolutista e pesante quello dei secondi, anche i sentimenti della popolazione erano diversi, devoti e fedeli ai primi, meno affezionati e insofferenti ai secondi.
 

Le opere di Mastro Giorgio e della sua bottega, sono oggi sparse e numerose in tutti i Musei del mondo: da Pesaro a Faenza, da Berlino a Londra, da Parigi a New York , da S. Pietroburgo a Tokyo.



venerdì 8 aprile 2011

FEDERICO DA MONTEFELTRO...E LA MAIOLICA!

Il Ducato ha il suo simbolo in Federico da Montefeltro (Gubbio 1422 – Ferrara 1482) il “Duca” per antonomasia, conosciuto in tutto il mondo per il celebre ritratto di Piero della Francesca.
Egli fu infaticabile condottiero, grande umanista, diplomatico, mecenate. Uomo religioso.


Federico, viene ritratto sempre di profilo, non perché veniva meglio,ma in quanto perse un occhio in battaglia.
La sua corte ospita i letterati e gli artisti più famosi del tempo: Gentile Veterani, Giorgio da Sebenico, Luciano Laurana, Leon Battista Alberti, Francesco di Giorgio Martini, Donato Bramante tra gli architetti; Piero della Francesca, Pedro Berruguete, Giusto di Gand e Paolo Uccello tra i pittori.
La sua famosa biblioteca venne realizzata grazie all’opera del fiorentino Vespasiano da Bisticci, suo principale fornitore e dell’urbinate Federico Veterani. L’intera biblioteca (1760 codici manoscritti in stato d'abbandono) venne acquistata per soli 10.000 scudi dal papa Alessandro VII Chigi nel 1657. Da allora costituisce il nucleo più importante della Biblioteca Apostolica Vaticana.
Se v’interessa approfondire in modo poco impegnativo Federico, leggete il romanzo “L’enigma Montefeltro”.
Federico, partecipò alla congiura dei Pazzi per spodestare da Firenze i Medici.

Non so se rendo minimamente l’idea di chi fosse Federico.
Certo era figlio bastardo, ma non per questo meno intelligente e scaltro, meno potente e coraggioso, meno colto e amato.
Grazie a lui, tutto ebbe inizio.
Cosa ebbe inizio? il mio lavoro per esempio.
Sono una pittrice di maioliche/ceramiche ("vedi post La Maiolica").

La maiolica nella terra del Duca, vanta un’antica tradizione. Nel ‘400 e nel ‘500, quando si sviluppa il gusto raffinato narrativo delle maioliche istoriate, esse si diffondono in varie parti d’Europa, anche grazie al fatto che costituiscono regali nunziali e doni che i sovrani si scambiano.
   
Infatti, i Signori di Urbino, “ricchi del loro” per le ben remunerate condotte militari, possono imporre poche tasse, mentre l’esercito e le costruzioni, offrono opportunità di lavoro a tutti i cittadini.
Imprenditori nel loro Stato, i Duchi partecipano alle iniziative dei “loro popoli”, potenziando le “arti minori” come quella della ceramica ad Urbino, Gubbio, Casteldurante (l’attuale Urbania) e Pesaro (vedi mappa).
Il popolo non avvertiva dunque la perdita della libertà ed era grato di poter lavorare e commerciare in pace e sicurezza.
Gubbio era la seconda città importante del Ducato dopo Urbino, ben costruita e discretamente popolata, una larga pianura fertile, molte colline e montagne ideali per attività agricole e pastorali, inoltre numerose botteghe artigianali e buoni traffici commerciali.
 

L’energica e vigile politica del Ducato, garantiva dunque sicurezza a tutto il territorio eugubino stimolando gli artigiani a prendere stabile dimora a Gubbio.
Nel 1508, l’ultimo erede dei Montefeltro, Guidubaldo I, essendo senza eredi, adottò il nipote Francesco Maria Della Rovere, parente anche del Pontefice Giulio II.


A Gubbio, opera Mastro Giorgio Andreoli..il più grande tra i ceramisti..ma questo è un altro post!

lunedì 28 marzo 2011

La maiolica..ma che cos’è??



Mio padre tornisce un vaso
Detto in pochissimissime parole, la maiolica si ottiene con questo procedimento:
-viene impastata la terra e tornita/lavorata con la forma che si preferisce e lasciata asciugare all’aria

-Viene effettuata la 1° cottura a 1000° circa (la terra diventa BISCOTTO)
-l’oggetto (che è poroso) viene rivestito per immersione, da uno strato di smalto piombico e stannifero

-l’oggetto viene dipinto. Lo smalto è poroso, quindi molto assorbente! Non puoi sbagliare perché non puoi andare a correggere la pittura..rovineresti la base di smalto!
-viene effettuata la 2° cottura che a seconda dei casi, và da 920°
a 940° circa. Si ottiene così il prodotto finito, vitreo, dai colori brillanti e luminosi. ..(la percentuale di oggetti da scartare in 2° cottura, che presentano cioè rotture o difetti, sono il 12/15%). L’oggetto può essere ora utilizzato per i svariati usi.
-l’oggetto può essere dipinto ancora con impasti metallici
-a questo punto viene effettuata la 3° cottura con un forno a legna detta “muffola” in riduzione a 700° circa (la percentuale di oggetti da scartare con questa 3° cottura, che presentano cioè rotture o difetti, vanno dal al 45 al 100%)

Si ha così una maiolica a lustro metallico o riverbero
Perché MAIOLICA?

Il termine deriva da MAIORCA! Lì, nel secolo XV si faceva su una base smaltata, una decorazione spesso geometrica o floreale, con il verde ramina (ossido di rame) la si cuoceva (in 2° cottura) e quando il forno era a 700° circa, si procedeva con l’ossidoriduzione.
Così, la maiolica ispano moresca, otteneva il colore rosso rame.
Quindi, nel secolo XVI, si poteva “degnare” del nome maiolica, solo l’oggetto che presentava il colore ramato.
Il resto era considerata stoviglieria.
Mastro Giorgio da Gubbio, studiò il modo di ottenerlo in 3° cottura. Perché?
Perché in 2° cottura, si può effettuare l’ossidoriduzione solo con il verde ramina.
In 3° cottura, si può effettuare l’ossido-riduzione anche con altri colori, così da poter ottenere per esempio, l’oro e l’argento, che altrimenti brucerebbero a temperature più elevate come a 900°!

Cipriano Piccolpasso (Casteldurante, 1524Casteldurante, 21 novembre 1579) è stato un architetto, storico, ceramista, e pittore di maioliche italiano, ricordato soprattutto come trattatista.
Parlando della ceramica a “riverbero” di Gubbio dice: “Che spesse volte di 100 pezzi ve ne sono 6 buoni tanto che l’arte è bella ed ingegnosa e i pazzi pajono di oro”
Avete idea di quanto spreco di questi oggetti c’è?
La ceramica a “riverbero” firmata Mastro Giorgio da Gubbio, è tra le più quotate in assoluto.



Un’altra differenza nelle quotazioni, la fa logicamente, il pittore.

Spesso erroneamente, anche sui dizionari, viene considerata maiolica tutta la ceramica di terracotta smaltata o un oggetto di tale materiale, ma in realtà quando si parla di ceramica, si può intendere il gres, la porcellana, la terraglia, la maiolica o la terracotta.
La differenza sta nei componenti dell’impasto della terra, e le varie fasi di lavorazione (es. se dipinta a crudo come la maiolica o a cotto come la porcellana, dal tipo di smalto usato. Etc..)