mercoledì 14 settembre 2011

Testa di cazzi


Mi scuso in anticipo per il termine anche se ormai è di uso comune e non ci scandalizza più di tanto.

I miei colleghi urbinati vissuti nel 1500, erano già un passo avanti.
Ok, faccio una premessa.

Tutti abbiamo presente Giuseppe Arcimboldi, pittore milanese nato nel 1527 e morto nel 1593.

Fu un innovatore, un genio surrealista!Chi avrebbe mai pensato di raffigurare l’allegoria dell’estate con ciliegie, cipolle, zucchine e quant’altro?
Vero...nessuno.
Francesco Urbini, pittore di maioliche, che esercitava la sua professione a Urbino nel 1500, fece di meglio.
È attribuito a lui un piatto datato 1530-1537 circa che raffigurava una “testa di cazzi”.




Se Giuseppe Arcimboldi iniziò la sua attività artistica verso il 1549, allora non si può attribuire a lui tutto il merito della sua arte innovativa e surreale, in quanto qualcun altro, almeno 13 anni prima, aveva avuto il genio di dipingere un ritratto/allegoria, con il solo utilizzo di tanti cazzi. 

E, forse, non fu neanche di Francesco Urbini, l’idea iniziale di tale modo di dipingere. Chi lo sa?
Certo è, che questo ritratto, oggi come oggi, viene richiesto per "dire qualcosa" senza esporsi troppo..

8 commenti:

  1. Francesco Urbini non era di Urbino ma di Rovigo, il suo nome completo è Francesco Xanto Avelli.
    Morto ad urbino per quello ha preso il nome di Urbini.
    Non era un tuo collega ma mio....mi dispiace ciao

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    1. Ciao Flavio!Diciamo che più che collega era un tuo compaesano, a meno chè anche tu sia ceramista.. Sò benissimo che il suo nome completo è Francesco Xanto Avelli..Nato a Rovigo intorno al 1486, si trasferì intorno al 1516/17 alla corte di Urbino (Gubbio faceva parte del ducato di Urbino) dove lavorò fino alla sua morte avvenuta intorno al 1542.Prima di ciò, trascorse un periodo a Faenza..Ha lavorato presso la bottega di Mastro Giorgio da Gubbio (lui, invece, era di Intra..se vogliamo dirla tutta), almeno 4 anni se non più, per poi tornare ad Urbino..In tutti i musei del mondo, in tutti i cataloghi di ceramica rinascimentale, le sue opere infatti, sono catalogate Urbino o Gubbio..come quelle di Mastro Giorgio..Ha scritto tantissime poesie e versetti al Duca di Urbino!Ritengo quindi, a tutti gli effetti, Francesco Xanto Avelli, un mio collega!Ti ringrazio per il post!Saluti

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    2. Inoltre, su questo post, si parla di Francesco Urbini che è un altro pittore che lavorò alla corte di Urbino..anche se subì l'influenza di Xanto Avelli, non sono la stessa persona..

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  2. Ciao non arrabbiarti ma Francesco Urbini e Francesco Avelli sono la stessa persona, l'ho studiato a scuola.
    Ma se ne sei sicura mi potresti dire quando e dove nacque Urbini e dove e quando morì?
    Se si sposo e con chi?
    Dammi un link dove trovare queste informazioni dato che quando cerco informazioni su Urbini mi salta fuori l'Avelli.
    Non è arroganza la mia ma è curiosità e poi cosa mi avrebbero insegnato a scuola, cose sbagliate?

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  3. Caro Flavio, a volte anche i professori a scuola sbagliano!
    I questa cosa ne siamo certi almeno in mmolti..da esperti di ceramiche antiche a direttori di musei..
    http://www.wga.hu/bio_m/u/urbini/biograph.html
    Questo è un breve Link del museo di Oxford dove è situato il piatto se non erro.
    È scritto in inglese ma si capisce chiaramente che sono due persone differenti e che Urbini subì l'influenza di Avelli.
    Del resto, se conosci l'inglese e mi dai la tua mail, posso mandarti una pagina di un libro che per ragioni di copyright non posso pubblicare, dove si racconta la storia di questo piatto
    In realtà, si tende a confondere i due pittori proprio perché Urbini dietro questo piatto, firmò con il simbolo di Avelli..facendo così riferimento al maestro che in qualche modo voleva o prendere in giro, o omaggiare con questo piatto, intendendo che l Avelli aveva sempre tante cose in testa!
    Da questo simbolo che lui fece dietro, si capisce che non fu l Avelli a dipingere tale piatto, in quanto tale simbolo in quel periodo della sua vita, già non lo utilizzava più.
    L Urbini inoltre, provò ad ispirarsi alla bravura del maestro ma non ci si accostò mai.
    Certo, noi ceramisti e gli esperti di cui ti parlo magari non siamo professori di scuola, ma a Gubbio si studia la ceramica locale come un cardiologo si specializza in problemi di cuore, quindi si, i tuoi professori si sono sbagliati almeno in questo, e se ulteriormente non ti fidi, posso darti un contatto che può chiarirti ogni dubbio..
    Inizierei con la copia di quella pagina del libro che ti dicevo, che tratta di una mostra su Xanto Avelli fatta qualche anno fa a Londra, in cui si spiega l'enigma di tale piatto.
    Poi, il Link che ti ho dato è abbastanza chiaro..
    Spero di essere stata chiara..in caso contrario non esitare a chiedere!
    Saluti

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    1. Ciao il sito l'ho letto e capito anche se non mi convince molto, in fondo l'arte; qualunque essa sia è studio di varie interpretazioni più o meno personali e convincenti, a meno che l'autore non sia ancora vivo per tali chiarimenti.
      Non mi ritengo un esperto, mi baso sulle mie conoscenze che mi hanno insegnato, se poi sono sbagliate scusatemi tanto.
      Solo che sull'Avelli trovo vita e miracoli, dove e quando nacque, i lavori che fece prima, i suoi spostamenti nel territorio italiano, con chi si sposo, insomma di tutto, cose che al contrario con l'Urbini non trovo.
      Sono un ceramista per passione e hobby, se ti interessa vedere cosa faccio mi sono creato un blog qui: http://flaviomar.blogspot.it non sono bravo come te davvero anzi per non sminuirmi, sono bravo ma non ho la tua mano ho visto i vari istoriati che fai brava davvero.
      Mi sono imbattuto per caso nel tuo blog perchgè il piatto i questione l'usai come avatar in diversi siti e cercando l'immagine ho trovato il tuo blog.
      Ciao alla prossima

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  5. ciao Flavio!
    scusa se ti rispondo solo ora, ma ho dovuto cercare le informazioni che mi hai chiesto!
    ti ho inviato una mail spero ti sia d'aiuto!
    per il tuo blog, ti faccio i miei complimenti, anche per il tuo lavoro!
    un caro saluto
    katia

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