Visualizzazione post con etichetta rinascimento. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta rinascimento. Mostra tutti i post

venerdì 21 ottobre 2022

 Piatto istoriato rinascimentale

Davide e Golia

Maiolica dipinta a mano, cm 40 

Katia Baldelli, particolare del piatto prima della cottura



Katia Baldelli, piatto istoriato raffigurante Davide e Golia, cm 40. 2022



https://youtube.com/shorts/_y5WjuIUIG4?feature=share



domenica 5 maggio 2019


MAIOLICA 
Lustri oro e rubino della ceramica dal Rinascimento ad oggi


Si è appena inaugurata ad Assisi, la Mostra "MAIOLICA - Lustri oro e rubino della ceramica dal Rinascimento ad oggi", importantissima raccolta di opere ceramiche italiane, proveniente dai più prestigiosi musei d'Italia, d'Europa oltre che pezzi provenienti eccezionalmente da collezioni private ed a cui ho avuto il privilegio di essere stata invitata a partecipare con un' opera a lustro ad impasto.
L'esposizione, organizzata in modo impeccabile da Fondazione CariPerugiaArte e curata da Giulio Busti e Franco Cocchi, rimarrà aperta dal 4 maggio al 13 ottobre 2018, presso Palazzo Bonacquisti di Assisi.
Per tutti gli amanti e appassionati, un'occasione unica e irripetibile di vedere capolavori di Maiolica dal Rinascimento ad oggi.
Per l'occasione, è stato pubblicato il catalogo "MAIOLICA - Lustri oro e rubino della ceramica dal Rinascimento ad oggi" edito da Fabrizio Fabbri Editore (ISBN 978-88-6778-126-3).

















mercoledì 12 luglio 2017

Vasi a Raffaellesche con centrali istoriati

La Raffaellesca Urbinate, è una decorazione tipica di Urbino della seconda metà del 1500.
Il nome Raffaellesca, è dovuto appunto da Raffaello (Sanzio) e dalle decorazioni che, sovente, faceva per riempire spazi o incorniciare i suoi affreschi.
Devo dire che mi comincia a piacere un casino questa decorazione!
E' molto minuta e particolareggiata e mi piace l'effetto finale.
Così mi sono decisa a riempire il mio tempo libero (tanto purtroppo) decorando alcuni vasi rimasti a magazzino.
Sono molto soddisfatta! 

 









domenica 19 febbraio 2017

Ancora Raffaellesche!

Dopo più di un anno di assenza dal blog,
ritorno a pubblicare qualcosina.
Finalmente dopo tanto, ritorno a dipingere un soggetto importante e che mi entusiasma!
Pubblico una piccola anteprima.



Pronti?? VIA!











Ora, aspettiamo di vederlo COTTO. Antonella e Maurizio, siete curiosi?

Lavoro finito! eccolo qui di seguito!






sabato 4 giugno 2011

IL TRIONFO DI GALATEA


Galatea, figlia di Nereo e Doride, è una divinità marina amata dal Ciclope Polifemo.
Tuttavia Galatea, non corrisponde questo amore, in quanto ama il bellissimo Aci, pastore figlio di Pan e della Ninfa Simeto.
Un giorno Polifemo, sedutosi sulla cima di un colle, decide di suonare il flauto in onore della sua amata.



Da li, scorge Aci e Galatea che si scambiano tenere effusioni e accecato dalla gelosia, scaglia con forza un enorme sasso sul pastore uccidendolo.

Così Galatea, trasforma il sangue dell’amato in un fiume, rendendolo così una divinità.

L’episodio di Galatea, è stato soggetto frequente nelle rappresentazioni iconografiche  del XVI e XVII secolo.
Il più famoso, è senza ombra di dubbio, quello di Raffaello Sanzio a Villa Farnesina.



Qui, Galatea, cavalca il suo carro a forma di conchiglia ed è portata in  trionfo al suono 
della buccina e delle trombe.
Il suo corteo è formato da Nereidi e Tritoni, quest’ultimi sono creature per metà umane e metà animali, allegoria della condizione dell’uomo, a metà strada fra la sua natura terrena e quella divina.
Gli amorini alati in alto, muniti di arco e frecce, non sono bendati, alludendo così all’amore divino cui tende Galatea.

Anche in ceramica, l’episodio di Galatea, è stato spesso rappresentato e anche copiato dal capolavoro di Raffaello, ma ho trovato anche altri soggetti, tra cui un piatto su cui è dipinta l’intera storia del triangolo Aci, Galatea, Polifemo.
Infatti, è rappresentato Polifemo che suona il flauto, i due amanti e Aci colpito dal masso.

Con questo mio post, voglio ringraziare e salutare i miei cari amici Antonella e Maurizio.

mercoledì 20 aprile 2011

MASTRO GIORGIO ANDREOLI

A Gubbio, nel XVI sec., opera Mastro Giorgio Andreoli, celebre per aver raggiunto risultati ineguagliati nella tecnica del lustro facendo la sua fortuna e differenziandolo, dal ‘500 ad oggi, da tutti gli altri artisti.


Il lustro metallico o riverbero, è una decorazione particolare che consiste nell’applicare degli impasti metallici su oggetti già cotti, ed in seguito è caratterizzata da un processo di riduzione chimica ottenuta in appositi forni a legna detti “muffole”: si determinano così gli effetti di iridescenza, il cui colore varia a seconda dei metalli usati nell’impasto (rosso  rubino, oro, argento).





Sono proprio tali effetti che rendono inconfondibile la maiolica tipica di Mastro Giorgio da Gubbio e che lo ha reso famoso in tutto il mondo.





Gli oggetti affluivano da tutta Italia per essere lustrati nella sua bottega sita proprio a Gubbio per scelta del maestro, in quanto con Urbino, era città famosa per aver prodotto mirabili opere d’arte nel corso dei secoli e per essere città colta, vivibile, sicura e pacifica perché così la voleva e la rendeva la Signoria dei Montefeltro. 


  Diverso fu il modo di governare degli ultimi esponenti dei Montefeltro e dei Della Rovere: più tollerante e leggero quello dei primi, più assolutista e pesante quello dei secondi, anche i sentimenti della popolazione erano diversi, devoti e fedeli ai primi, meno affezionati e insofferenti ai secondi.
 

Le opere di Mastro Giorgio e della sua bottega, sono oggi sparse e numerose in tutti i Musei del mondo: da Pesaro a Faenza, da Berlino a Londra, da Parigi a New York , da S. Pietroburgo a Tokyo.