Visualizzazione post con etichetta mastro giorgio. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta mastro giorgio. Mostra tutti i post

domenica 5 maggio 2019


MAIOLICA 
Lustri oro e rubino della ceramica dal Rinascimento ad oggi


Si è appena inaugurata ad Assisi, la Mostra "MAIOLICA - Lustri oro e rubino della ceramica dal Rinascimento ad oggi", importantissima raccolta di opere ceramiche italiane, proveniente dai più prestigiosi musei d'Italia, d'Europa oltre che pezzi provenienti eccezionalmente da collezioni private ed a cui ho avuto il privilegio di essere stata invitata a partecipare con un' opera a lustro ad impasto.
L'esposizione, organizzata in modo impeccabile da Fondazione CariPerugiaArte e curata da Giulio Busti e Franco Cocchi, rimarrà aperta dal 4 maggio al 13 ottobre 2018, presso Palazzo Bonacquisti di Assisi.
Per tutti gli amanti e appassionati, un'occasione unica e irripetibile di vedere capolavori di Maiolica dal Rinascimento ad oggi.
Per l'occasione, è stato pubblicato il catalogo "MAIOLICA - Lustri oro e rubino della ceramica dal Rinascimento ad oggi" edito da Fabrizio Fabbri Editore (ISBN 978-88-6778-126-3).

















mercoledì 20 aprile 2011

MASTRO GIORGIO ANDREOLI

A Gubbio, nel XVI sec., opera Mastro Giorgio Andreoli, celebre per aver raggiunto risultati ineguagliati nella tecnica del lustro facendo la sua fortuna e differenziandolo, dal ‘500 ad oggi, da tutti gli altri artisti.


Il lustro metallico o riverbero, è una decorazione particolare che consiste nell’applicare degli impasti metallici su oggetti già cotti, ed in seguito è caratterizzata da un processo di riduzione chimica ottenuta in appositi forni a legna detti “muffole”: si determinano così gli effetti di iridescenza, il cui colore varia a seconda dei metalli usati nell’impasto (rosso  rubino, oro, argento).





Sono proprio tali effetti che rendono inconfondibile la maiolica tipica di Mastro Giorgio da Gubbio e che lo ha reso famoso in tutto il mondo.





Gli oggetti affluivano da tutta Italia per essere lustrati nella sua bottega sita proprio a Gubbio per scelta del maestro, in quanto con Urbino, era città famosa per aver prodotto mirabili opere d’arte nel corso dei secoli e per essere città colta, vivibile, sicura e pacifica perché così la voleva e la rendeva la Signoria dei Montefeltro. 


  Diverso fu il modo di governare degli ultimi esponenti dei Montefeltro e dei Della Rovere: più tollerante e leggero quello dei primi, più assolutista e pesante quello dei secondi, anche i sentimenti della popolazione erano diversi, devoti e fedeli ai primi, meno affezionati e insofferenti ai secondi.
 

Le opere di Mastro Giorgio e della sua bottega, sono oggi sparse e numerose in tutti i Musei del mondo: da Pesaro a Faenza, da Berlino a Londra, da Parigi a New York , da S. Pietroburgo a Tokyo.



lunedì 28 marzo 2011

La maiolica..ma che cos’è??



Mio padre tornisce un vaso
Detto in pochissimissime parole, la maiolica si ottiene con questo procedimento:
-viene impastata la terra e tornita/lavorata con la forma che si preferisce e lasciata asciugare all’aria

-Viene effettuata la 1° cottura a 1000° circa (la terra diventa BISCOTTO)
-l’oggetto (che è poroso) viene rivestito per immersione, da uno strato di smalto piombico e stannifero

-l’oggetto viene dipinto. Lo smalto è poroso, quindi molto assorbente! Non puoi sbagliare perché non puoi andare a correggere la pittura..rovineresti la base di smalto!
-viene effettuata la 2° cottura che a seconda dei casi, và da 920°
a 940° circa. Si ottiene così il prodotto finito, vitreo, dai colori brillanti e luminosi. ..(la percentuale di oggetti da scartare in 2° cottura, che presentano cioè rotture o difetti, sono il 12/15%). L’oggetto può essere ora utilizzato per i svariati usi.
-l’oggetto può essere dipinto ancora con impasti metallici
-a questo punto viene effettuata la 3° cottura con un forno a legna detta “muffola” in riduzione a 700° circa (la percentuale di oggetti da scartare con questa 3° cottura, che presentano cioè rotture o difetti, vanno dal al 45 al 100%)

Si ha così una maiolica a lustro metallico o riverbero
Perché MAIOLICA?

Il termine deriva da MAIORCA! Lì, nel secolo XV si faceva su una base smaltata, una decorazione spesso geometrica o floreale, con il verde ramina (ossido di rame) la si cuoceva (in 2° cottura) e quando il forno era a 700° circa, si procedeva con l’ossidoriduzione.
Così, la maiolica ispano moresca, otteneva il colore rosso rame.
Quindi, nel secolo XVI, si poteva “degnare” del nome maiolica, solo l’oggetto che presentava il colore ramato.
Il resto era considerata stoviglieria.
Mastro Giorgio da Gubbio, studiò il modo di ottenerlo in 3° cottura. Perché?
Perché in 2° cottura, si può effettuare l’ossidoriduzione solo con il verde ramina.
In 3° cottura, si può effettuare l’ossido-riduzione anche con altri colori, così da poter ottenere per esempio, l’oro e l’argento, che altrimenti brucerebbero a temperature più elevate come a 900°!

Cipriano Piccolpasso (Casteldurante, 1524Casteldurante, 21 novembre 1579) è stato un architetto, storico, ceramista, e pittore di maioliche italiano, ricordato soprattutto come trattatista.
Parlando della ceramica a “riverbero” di Gubbio dice: “Che spesse volte di 100 pezzi ve ne sono 6 buoni tanto che l’arte è bella ed ingegnosa e i pazzi pajono di oro”
Avete idea di quanto spreco di questi oggetti c’è?
La ceramica a “riverbero” firmata Mastro Giorgio da Gubbio, è tra le più quotate in assoluto.



Un’altra differenza nelle quotazioni, la fa logicamente, il pittore.

Spesso erroneamente, anche sui dizionari, viene considerata maiolica tutta la ceramica di terracotta smaltata o un oggetto di tale materiale, ma in realtà quando si parla di ceramica, si può intendere il gres, la porcellana, la terraglia, la maiolica o la terracotta.
La differenza sta nei componenti dell’impasto della terra, e le varie fasi di lavorazione (es. se dipinta a crudo come la maiolica o a cotto come la porcellana, dal tipo di smalto usato. Etc..)