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mercoledì 12 luglio 2017

Vasi a Raffaellesche con centrali istoriati

La Raffaellesca Urbinate, è una decorazione tipica di Urbino della seconda metà del 1500.
Il nome Raffaellesca, è dovuto appunto da Raffaello (Sanzio) e dalle decorazioni che, sovente, faceva per riempire spazi o incorniciare i suoi affreschi.
Devo dire che mi comincia a piacere un casino questa decorazione!
E' molto minuta e particolareggiata e mi piace l'effetto finale.
Così mi sono decisa a riempire il mio tempo libero (tanto purtroppo) decorando alcuni vasi rimasti a magazzino.
Sono molto soddisfatta! 

 









giovedì 9 agosto 2012

Piatto ovale a Raffaellesche


Quello che vi mostro oggi, è la riproduzione di un ovale con istoriati e raffaellesche, uno stile molto in voga a Urbino dalla seconda metà del XVI secolo e fino alla fine di esso.

 

 

Le più famose botteghe operanti in Urbino e solite a questo tipo di decorazione, sono la Bottega dei Patanazzi e quella di Orazio Fontana.

 

 

Raffaellesche perché, questi decori, sono chiaramente ispirati alle decorazioni che Raffaello era sovente fare come ornamento ed a completamento di affreschi molto complessi, nelle Stanze Vaticane.

 

 

Esse sono composte per lo più da putti e chimere, da festoni, da trofei d’armi e musicali e da tralci.

 

 

È una decorazione minuta e raffinata.

 

 

Devo dire che inizialmente mi era assai avversa, ma col passare del tempo, l’ho trovata molto affascinante.

 

 

Se fatta bene e con criterio, la Raffaellesca è una decorazione piacevole e riccamente decorativa.







In questo ovale, vengono rappresentate le allegorie dei quattro elementi, terra, acqua, fuoco ed aria, con al centro una scena mitologica e tutto intorno nella tesa, le raffaellesche.

 

 

Si notano due medaglioni con la scritta “Urbini” e il riferimento al Ducato dei della Rovere, successo a Montefeltro per discendenza, rappresentato con l’aquila e i rami di quercia.

 

 

Ringrazio Maurizio per avermi spronato a cimentarmi con questa decorazione, e ringrazio Antonella che con la sua costante presenza, seppur “virtuale”, mi infonde coraggio e autostima. Il che non guasta!

 

 

 

 

 

Raffaellesche - variante

 

 

 

giovedì 26 luglio 2012

La città ideale


Ogni volta,  Urbino riesce a organizzare eventi a dir poco eccezionali in un contesto incantevole, consapevoli del fatto che hanno un patrimonio culturale non indifferente.

Ammiro questa città così a misura d’uomo, che sa essere fiera della sua storia, in punta di piedi.

Mi limito, qui sotto, a riportare il comunicato stampa estratto dal sito: http://www.mostracittaideale.it/comunicato_stampa.pdf  riguardante la mostra che si è svolta ad Urbino  dal 6 Aprile all'8 Luglio..


LA CITTA’IDEALE
L’utopia del Rinascimento a Urbino tra Piero della Francesca e Raffaello
Urbino,Galleria Nazionale delle Marche
6 aprile – 8 luglio 2012



Il prossimo 6 aprile aprirà al pubblico una importante mostra sul tema della Città ideale partendo
dal dipinto urbinate che costituisce uno dei più affascinanti enigmi del Rinascimento italiano.
La mostra è promossa dal Ministero per i Beni e le Attività culturali, dalla Soprintendenza per i
Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici delle Marche, dalla Regione Marche, dalla Provincia di
Pesaro e Urbino, dal Comune di Urbino, dalla Banca Marche, dalla Fondazione Cassa di Risparmio
di Pesaro e dall’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo”. L’organizzazione è affidata a Gebart
con la collaborazione di Civita.
La mostra, a cura di Lorenza Mochi Onori e Vittoria Garibaldi, si propone di dimostrare come la
tavola dipinta, conosciuta come Città Ideale, conservata nella Galleria Nazionale delle Marche a
Urbino, rappresenti, insieme con il dipinto –col medesimo soggetto- di Baltimora, il compendio


della civiltà rinascimentale fiorita a Urbino e nel Montefeltro, nella seconda metà del Quattrocento,
ad opera di Federico da Montefeltro, Duca di Urbino; il più dotto ed illuminato fra i signori del
suo tempo.
Il dipinto, nella perfezione della veduta prospettica che vi si rappresenta, è certamente il risultato di
ricerche e speculazioni a tutto campo, sia sotto il profilo specificamente architettonico ed
ingegneristico che nel campo filosofico, nonché matematico; tanto da far guadagnare alla civiltà
urbinate quattrocentesca l’efficace titolo di capitale del “rinascimento matematico” (André
Chastel). Accanto al dipinto verranno esposte numerose opere, circa 50 fra dipinti, sculture, tarsie
lignee, disegni, medaglie e codici miniati, che intendono illustrare a tutto campo il felicissimo
momento rinascimentale vissuto dalla piccola capitale, stretta tra i monti e le colline del
Montefeltro, cerniera fra le terre di Toscana, Umbria, Marche e Romagna. Contenitore e nello
stesso tempo elemento costitutivo della mostra sarà la splendida architettura del Palazzo Ducale
di Urbino, nella cui realizzazione vennero implicati gli architetti che inventarono il linguaggio
rinascimentale quali Leon Battista Alberti, Luciano Laurana e Francesco di Giorgio Martini, che
vengono tutti e tre ritenuti i possibili autori della tavola urbinate.
Verranno presentate opere di Domenico Veneziano, Sassetta, Piero della Francesca, Fra’ Carnevale,



Leon Battista Alberti, Francesco di Giorgio, Luca Signorelli, Jacopo de Barbari, Mantegna,
Perugino, Bramante e Raffaello, accanto a capolavori conclamati –ma circondati di mistero- a cui


non riusciamo ancora a dare una paternità certa come appunto le ‘città ideali’.

 

Io ci sono stata.

Che dire..

La città ideale è davvero un mito, ma più che altro un enigma, per tutti coloro che hanno studiato storia dell’arte.