"Nuotando tra i resti di un'altra vita" 2021
Mi sono proposta un'altra sfida.. continuare a far dialogare pittura e architettura.
L'artista Corrado Cagli, sosteneva che da quando la pittura si è dissociata dall'architettura, entrambe hanno perso qualcosa. L'architettura si è spogliata del superfluo diventando superficie minimale e asettica. La pittura ha perso le molteplici possibilità di poter essere integrata al luogo e di far emergere esperienze sensoriali uniche e irripetibili. Il caro Daniel Buren, maestro di opere in situ, progettate per esistere in un luogo specifico e solo quello, inserisce il suo famoso pattern Outil Visuel (strumento visivo) in spazi pubblici, aperti quindi all'esperienza e all'interpretazione del fruitore senza essere veicolata dall'istituzione (museo o galleria).
Uno stipo del XIV sec. si presta a contenere un mio lavoro progettato in situ, costituito da impiallacciato di legno tanganica dipinto a pigmenti e gomma arabica nei caldi toni del legno. L'intreccio delle sottilissime strisce, si fanno tessuto. Altre si sovrappongono a decine per diventare aste portanti dello spessore di circa 3 cm.
Il lavoro così si autosostiene.
Katia Baldelli, Swimming among the remains of another life, 2021. Impiallacciato di tanganica, pigmenti, gomma arabica. Misure 130x130 cm |
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